Malattie dermatologiche

Piodermite superficiale/profonda

Le infezioni cutanee batteriche dette piodermiti sono molto comuni nel cane, ma sono presenti anche nel gatto in cui la reale incidenza e` probabilmente sottostimata.

I batteri che piu’ frequentemente causano le piodermiti nei cani e nei gatti sono normali abitanti della cute (detti commensali), e diventono patogeni quando una malattia cutanea o sistemica causa un’alterazione dei meccanismi di difesa.

La diagnosi di piodermite va inserita in un percorso diagnostico che ha lo scopo di identificare le eventuali malattie associate che sono causa di recidive ricorrenti. A causa del problema crescente dell’antibiotico-resistenza sia in medicina umana che veterinaria, DVI consiglia di eseguire un prelievo per esame batteriologico e antibiogramma prima di iniziare un trattamento antibiotico per via sistemica e di considerare sempre la terapia topica come trattamento terapeutico di prima scelta.

DVI si avvale dell’ausilio della fototerapia nell’approccio terapeutico combinato delle piodermiti profonde come il caso delle pododermatiti.

Demodicosi

La demodicosi e’ una malattia parassitaria piuttosto comune nel cane dovuta alla proliferazione di acari del genere Demodex spp. appartenenti a diverse specie tra cui la piu’ comune e’ il Demodex canis. Nei cani i Demodex sono trasmessi dalla madre ai cuccioli nei primi giorni di vita e possono essere commensali della cute risiedendo nei follicoli piliferi.

La demodicosi e’ la malattia infiammatoria che si sviluppa in seguito alla proliferazione massiva degli acari. Nei cani giovani di solito si manifesta entro i 18 mesi di vita, puo’ essere localizzata o generalizzata con segni clinici di diversa gravita’.

Studi scientifici dimostrano che la causa della malattia sia da ascrivere ad una temporanea alterazione del sistema immunitario nel cane giovane. Inoltre e’ stata dimostrata una base genetica che spiega la predisposizione in alcune razze. Nei cani anziani invece le cause predisponenti sono terapie immunosoppressive o altre malattie che compromettono il sistema immunitario quali infezioni, disturbi ormonali o neoplasie.

Nei gatti la demodicosi e’ di solito associata ad altre malattie sistemiche. Fa eccezione il Demodex gatoi che e’ un acaro contagioso e quindi puo’ creare lesioni e prurito anche in soggetti sani.

La diagnosi viene eseguita tramite gli esami dermatologici sulle lesioni cutanee.

Ad oggi esistono numerose opzioni terapeutiche che vanno valutate in base al livello di diffusione della malattia (localizzata o generalizzata) e alla severita` dei segni clinici. Cani e gatti con demodicosi devono essere esaminati mensilmente per l’esame dermatologico e i raschiati cutanei. Questo follow-up consente di ridurre il rischio di recidive nel tempo.

Dermatofitosi

La dermatofitosi e’ una malattia che negli animali da compagnia e` causata da funghi appartenenti al genere Microsporum e Trichophyton.

E’ una malattia infettiva e contagiosa e la principale via di contagio e’ il contatto diretto con l’animale portatore dell’infezione. Tuttavia anche l’ambiente contaminato, gli strumenti per la toelettatura, i collari, etc. possono veicolare le spore infettive ed essere fonte di contagio.

Poiche` non esiste un test che sia affidabile al 100%, per la diagnosi DVI utilizza una serie di indagini complementari quali l’esame con lampada di Wood, l’esame microscopico di peli e scaglie cutanee, l’esame colturale per dermatofiti ed eventualmente la PCR e l’esame istopatologico.

La strategia terapeutica si basa su un approccio che integra terapia sistemica, topica e disinfezione ambientale. DVI formula ogni trattamento sul singolo paziente dopo un’attenta valutazione del quadro clinico e delle condizioni dell’ambiente in cui vive, con l’obiettivo di eliminare l’infezione dalla cute e dall’ambiente, evitare ricontaminazioni e ridurre il rischio zoonotico.

Dermatite da Malassezia

Il genere Malassezia comprende diverse specie di lieviti, tra cui la piu’ rilevante nei cani e nei gatti e’ la Malassezia pachidermatis. Questi lieviti sono commensali, ma in determinate condizioni possono proliferare e causare malattia infiammatoria.

Tutti i fattori che causano un’alterazione dell’umidita’, della componente lipidica della cute o che compromettono la funzione di barriera possono predisporre la sovracrescita di Malassezia e la conseguente malattia infiammatoria. Di particolare importanza e’ l’associazione tra dermatite atopica e sovracrescita di Malassezia che puo’ esacerbare i segni clinici di allergia. Studi scientifici hanno dimostrato infatti sia un ruolo diretto della Malassezia pachidermatis nel causare l’infiammazione che caratterizza la dermatite atopica, sia un ruolo indiretto del lievito nel produrre allergeni. Una predisposizione di razza alla dermatite da Malassezia e’ stata riportata nel West Highland white terrier (WHWT), english setter, shih tzu, basset hound, American cocker spaniel, boxer, bassotto, barboncino, Devon rex e sphynx cat.

La diagnosi puo’ essere eseguita tramite adeguati metodi di campionamento ed esame citologico al microscopio.

La terapia e’ basata sull’indagine dei fattori predisponenti e su un trattamento sistemico o topico, quest’ultimo da preferire per la prevenzione di recidive.

Leishmaniosi

La leishmaniosi canina e’ una malattia infettiva zoonotica causata da un protozoo chiamato Leishmania infantum tramite un insetto vettore detto flebotomo o pappatacio.

In aree endemiche come la nostra, molti cani vengono in contatto con il parassita (esposti), ma solo alcuni sviluppano la malattia. Questo puo’ dipendere da una predisposizione genetica o da una particolare abilita’ del sistema immunitario a contrastare l’infezione.

Nei cani che sviluppano la malattia, la leishmaniosi puo’ manifestarsi con innumerevoli segni clinici di gravita’ variabile, essendo il parassita in grado di invadere la maggior parte dei tessuti corporei e innescare delle reazioni immuno-mediate nell’ospite.

Le lesioni cutanee sono piuttosto comuni nei cani malati (fino al’80% dei casi), e possono essere anche l’unica manifestazione clinica.

Per la diagnosi, la terapia e il follow-up della malattia DVI segue le linee guida stabilite da un gruppo di veterinari specializzati nello studio della leishmaniosi (Leishvet group) che assegnano il paziente ad uno stadio clinico I-IV, sulla base dei segni clinici, la dimostrazione del parassita nei tessuti, le indagini di laboratorio e la sierologia. A seconda dello stadio clinico verra’ proposto il piano terapeutico piu’ adatto al paziente.

Dermatite atopica

Con la definizione dermatite atopica nel cane e sindrome cutanea atopica nel gatto si intende una malattia cutanea infiammatoria e pruriginosa molto comune e piuttosto complessa sia nella patogenesi che nel quadro clinico.

Studi effettuati in medicina umana e in medicina veterinaria nel cane hanno dimostrato che la dermatite atopica e’ una sindrome clinica che risulta dalla interazione di diversi fattori genetici e ambientali, caratterizzata da una alterazione della barriera cutanea e da una reazione immunitaria (cosidetta di ipersensibilita’) nei confronti di aeroallergeni quali per esempio pollini, acari delle polvere o delle derrate alimentari e muffe, ma anche allergeni alimentari, batteri e lieviti.

La diagnosi si basa sulla storia del paziente, sui segni clinici e sull’esclusione di altre cause di prurito.

La dermatite atopica e’ una malattia cronica che di solito necessita un trattamento continuo nel tempo che va modificato in base al quadro clinico e alla risposta del paziente. Non esiste un protocollo terapeutico standard ma formulato sul singolo paziente. L’approccio terapeutico deve essere multimodale e cioe’ basarsi sull’utilizzo combinato dell’immunoterapia allergene-specifica, farmaci sintomatici per il prurito, acidi grassi essenziali, nutraceutici, trattamenti topici per il controllo delle infezioni secondarie. L’associazione dei farmaci tra di loro puo’ aumentre l’efficacia dela terapia e la probabilita’ di una remissione clinica con minori effetti collaterali.

Allergia alimentare

La reazione avversa a cibo o allergia alimentare puo’ manifestarsi con diversi quadri clinici nel cane e nel gatto e puo’ essere associata alla dermatite atopica e/o l’allergia alle pulci.

I piu’ comuni allergeni alimentari nel cane sono manzo, pollo, prodotti lattiero-caseari e grano, nel gatto manzo, pollo e pesce.

Diversi test su sangue, saliva, cute e peli sono stati sperimentati per identificare l’alimento causa della reazione allergica, ma con risultati non affidabili.

L’unico test attendibile per una diagnosi e’ quello dietetico della durata di almeno 8 settimane o piu’ breve nel cane nel caso venga utilizzato un protocollo associato a farmaci.

La dieta detta ad eliminazione deve essere formulata sulla storia alimentare del paziente e contenere ingredienti che l’animale non ha mai mangiato. Si puo’ decidere di utilizzare una dieta casalinga, per la cui formulazione puo’ essere richiesta la consulenza di un nutrizionista veterinario.

In alternativa si puo’ valutare la scelta di un alimento commerciale a base di idrolizzati proteici,  che sono frammenti di proteine. Nonostante l’ampia varieta’ di alimenti cosidetti “ipoallergenici” presente in commercio, i prodotti che possono essere utilizzati per la diagnosi di allergia alimentare sono pochi.

La dieta ad eliminazione va introdotta progressivamente in 3-4 giorni per evitare disturbi gastrointestinali e favorire l’adattamento del paziente.

Se durante il test dietetico si verifica la remissione dei segni clinici, per la diagnosi definitiva va eseguito il test di provocazione con la somministrazione del vecchio alimento per circa 7-14 giorni. Uno studio recente ha evidenziato che circa il 60% dei cani con allergia alimentare presenta di nuovo prurito entro 12h dall’inizio del test di provocazione.

Una volta diagnosticata l’allergia alimentare verra’ scelta una dieta specifica per il paziente che sia bilancata da un punto di vista nutrizionale e appetibile.

Allergia alle pulci

La dermatite allergica alle pulci (DAP) e’ una forma di malattia allergica piuttosto comune nel cane e nel gatto.

Le pulci adulte presenti sull’animale rappresentano solo la punta dell’iceberg, costituendo l’1-5% dell’intera popolazione. Il restante 95% e’ rappresentato dalle forme immature presenti nell’ambiente sotto forma di uova, larve e pupe. La pupa e’ molto resistente grazie alla formazione di un bozzolo da cui la pulce adulta puo’ emergere quando le condizioni ambientali risultano idonee (5-140 giorni, dipende dalla temperatura e dall’umidita’).

Per questo motivo in un programma di controllo delle pulci che sia efficace e’ importante associare la somministrazione dell’antiparassitario e la sanificazione ambientale.

Per ridurre al minimo l’esposizione alle pulci, tutti gli animali conviventi devono essere trattati.

DVI valutera’ insieme al proprietario le condizioni ambientali e le varie opzioni terapeutiche disponibili in commercio, per stabilire il protocollo piu’ adeguato al controllo delle pulci nel singolo paziente.

Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo e’ la malattia endocrina piu’ frequente nel cane e puo’ manifestarsi con segni clinici sia cutanei che sistemici causati da una ridotta produzione di ormoni tiroidei.

Le cause che determinano una disfuzione della ghiandola tiroide sono numerose. La piu’ comune nel cane e’ la tiroidite linfoplasmocellulare che causa un’atrofia progressiva della ghiandola.

I segni clinici sono evidenti quando almeno l’80% della ghiandola tiroide viene distrutta dall’infiltrato infiammatorio.

Tra le razze predisposte all’ipotiroidismo vanno menzionate il labrador retriever, il golden retriever e il doberman pinscher.

Molti farmaci possono modificare le concentrazioni sieriche degli ormoni tiroidei, per questo si consiglia, quando possibile, di sospendere la somministrazione di qualunque farmaco almeno quattro settimane prima di valutare la funzionalita’ tiroidea.

Malattie sistemiche, chirurgie, traumi possono essere associati a una bassa concentrazione degli ormoni tiroidei in assenza di ipotiroidismo (sindrome dell’eutiroideo malato).

Una corretta diagnosi si basa quindi sulla storia clinica, sull’esame fisico e dermatologico del paziente, sul profilo emato-biochimico e sulla concentrazione sierica degli ormoni tiroidei.

Malattia di Cushing

L’iperadrenocorticismo o malattia di Cushing e’ una sindrome secondaria ad una alta concentrazione di cortisone che nel cane puo` essere causata da un tumore della ghiandola ipofisaria (85-90% dei casi) o da un tumore della ghiandola surrenale (10-15% dei casi) o dalla somministrazione eccessiva di cortisonici.

La sindrome di Cushing di solito colpisce animali anziani o comunque di eta’ superiore ai sei anni e si puo’ presentare con numerosi segni clinici sia sistemici che cutanei, molti dei quali sono sovrapponibili a quelli di altre malattie ormonali.

Quindi per formulare una diagnosi definitiva, e` necessario attuare un adeguato screening ematologico, associato ad uno o piu’ test specifici su sangue ed urine e ad un esame ecografico dell’addome.

DVI si avvale della collaborazione di colleghi veterinari specialisti in medicina interna per valutare nel singolo paziente il protocollo diagnostico piu’ adeguato e tutte le opzioni terapeutiche da considerare.

Malattie legate ad una alterata produzione degli ormoni sessuali

Tra le malattie che possono essere legate ad una alterata produzione di ormoni sessuali nel cane, vanno  menzionate l’iperestrogenismo e l’iperandrogenismo.

L’iperestrogenismo si puo’ riscontrare in cagne con cisti o tumori ovarici e cani con tumori testicolari quali il tumore a cellule del Sertoli, seminoma o interstizioma. Un aumento nella produzione di testosterone e’ piu’ frequentemente secondario a un tumore testicolare quale l’interstizioma.

Il segno clinico piu’ comune e’ un’alopecia progressiva dell’area caudo-ventrale e laterale dell’addome associata ad alterazioni comportamentali. L’iperandrogenismo puo’ causare anche iperplasia delle ghiandole perianali e della coda.

La diagnosi si basa su uno screening ematologico eventualmente associato alla concentrazione ematica degli ormoni sessuali e ad uno studio ecografico dell’addome e dei testicoli.

Alopecia X

L’Alopecia x o arresto del ciclo follicolare e’ una forma piuttosto comune di alopecia non infiammatoria in cani di razza nordica quali samoyedo, Siberian husky, Alaskan malamute, ma anche volpino di Pomeriana, chow-chow e barboncino.

L’esatta patogenesi di questa malattia non e’ completamente chiara e la diagnosi si basa sull’esclusione di altre malattie endocrine e sull’esame dermatopatologico.

Nonostante non esista una terapia efficace al 100%, esistono diverse opportunita’ terapeutiche sperimentate in vari studi scientifici che DVI discutera’ con proprietario valutando pro e contro per la gestione di quello che e’ essenzialmente un difetto estetico.

Malattie autoimmunitarie e immunomediate

Le malattie autoimmuni con coinvolgimento cutaneo sono caratterizzate da un’aberrante risposta del sistema immunitario nei confronti di diverse componenti della cute. Una predisposizione genetica e fattori ambientali possono favorire l’insorgenza di alcune di queste malattie. Tra le piu’ comuni ci sono il pemfigo foliaceo e Il lupus eritematoso cutaneo (con diverse varianti).

Nelle malattie immunomediate invece fattori esterni chiamati antigeni, quali per esempio farmaci, agenti infettivi, etc., possono indurre una risposta anomala del sistema immunitario, causando anche in questo caso gravi lesioni. Tra queste le piu’ comuni sono la reazione avversa a farmaco, l’eritema multiforme e la vasculite.

La diagnosi puo’ risutare molto impegnativa in questo tipo di malattie che in molti casi diventano delle vere e proprie emergenze dermatologiche. La diagnosi si basa sull’analisi della storia del paziente, del quadro clinico e dermatopatologico.

La terapia si basa sull’utilizzo singolo o combinato di farmaci immunosoppressivi.

Otite superficiale-media

L’otite esterna e’ una malattia molto frequente in medicina veterinaria e la principale causa nel cane e’ la malattia allergica. In caso di otite esterna cronica e ricorrente e’ molto importante individuare le cause sottostanti  e gestirle in maniera adeguata per evitare che l’otite esterna possa evolvere in otite media.

L’obiettivo finale nella gestione di un’otite esterna cronica e’: identificare la causa primaria (per es. allergia, corpo estraneo, parassiti), correggere quando possibile i fattori predisponenti (per es. eccessiva umidita’), cercare di risolvere i fattori perpetuanti (che risultano dalla risposta dei tessuti dell’orecchio alla infiammazione cronica), risolvere le infezioni secondarie.

L’esame citologico del cerume e’ un esame di primo livello che deve essere eseguito in tutti i casi di otite esterna perche’ consente di avere importanti informazioni circa il tipo di infezione.

E’ indispensabile un accurato esame otoscopico o in molti casi video-otoscopico per la valutazione della membrana timpanica.

La terapia topica e’ la piu’ efficace e si basa su un’ampia scelta di antibiotici e anti-infiammatori associati ad un adeguato lavaggio auricolare da effettuare in alcuni casi in video-otoscopia.

Tumori cutanei

La cute rappresenta la regione corporea piu’ comunemente sede di tumore nel cane e la seconda regione nel gatto.

Nei cani i tumori cutanei piu’ frequenti sono i lipomi, i tumori benigni delle ghiandole sebacee, il mastocitoma, il papilloma e l’istiocitoma. Nel gatto invece i tumori della cute piu’ frequentemente diagnosticati sono il tumore a cellule basali, il carcinoma squamoso, il mastocitoma e il fibrosarcoma. In entrambe le specie, sebbene meno frequente, va menzionato il linfoma cutaneo per la gravita’ dei segni clinici e la scarsa risposta ai farmaci.

La chiave per gestire in maniera adeguata i tumori cutanei nel cane e nel gatto e’ una diagnosi precoce e conclusiva.

DVI approccia i tumori cutanei in maniera tempestiva grazie allo studio citologico fatto in sede. Per la terapia piu’ adeguata e innovativa DVI si avvale della collaborazione di medici veterinari oncologi specialisti.